
Se trovi queste chiamate perse sul tuo smartphone non richiamare (mistergadget.tech)
Ricevere uno squillo sul cellulare è qualcosa di comune, quasi banale. Ma in alcuni casi, dietro a quel segnale apparentemente innocuo, si nasconde un sistema truffaldino capace di avere conseguenze molto gravi.
A molti sarà capitato almeno una volta. Per altri, però, inizia un vero e proprio bombardamento di squilli da numeri sconosciuti: si blocca un contatto e subito ne compare un altro.
È un ciclo continuo che riesce ad aggirare i filtri anti-spam integrati negli smartphone. Questo tipo di frode, ormai diffusa anche in Italia, prende il nome di Wangiri – un termine giapponese che significa “uno squillo e via”.
Come funziona la truffa Wangiri
Il meccanismo è semplice quanto ingannevole: si riceve uno squillo da un numero straniero (o a volte anche nazionale), senza che ci sia il tempo di rispondere. Chi riceve la chiamata, incuriosito o preoccupato, tende a richiamare pensando si tratti di un contatto legittimo – magari un corriere, un negozio online, o un ufficio con cui ha avuto contatti.

Ed è proprio questo gesto a innescare la truffa: la richiamata attiva numerazioni a pagamento o servizi capaci di prosciugare rapidamente il credito telefonico o addirittura sottrarre somme consistenti. I truffatori utilizzano numeri internazionali spesso acquistati o riciclati da linee dismesse di uffici o negozi, rendendo più difficile per i sistemi anti-spam identificarli come pericolosi. Alcuni dei prefissi più a rischio includono:
+375 (Bielorussia)
+53 (Cuba)
+33 (Francia)
+383 (Kosovo)
+371 (Lettonia)
+218 (Libia)
+370 (Lituania)
+373 (Moldavia)
+44 (Regno Unito)
+381 (Serbia)
+27 (Sudafrica)
+255 (Tanzania)
+216 (Tunisia)
+563 (Valparaíso)
+678 (Vanuatu)
È importante sottolineare che la truffa può arrivare anche da numeri italiani, spesso camuffati per sembrare legittimi. Per questo le forze dell’ordine invitano alla massima prudenza. Se si ricevono squilli sospetti, la regola principale è non richiamare mai. Anche se il numero sembra familiare o appartiene a un prefisso noto, è bene fare una verifica online o rivolgersi al proprio operatore.
Richiamare questi numeri può comportare danni economici importanti, con addebiti anche molto elevati. La prevenzione è, in questi casi, l’arma più efficace. Proprio per limitare questi abusi, il Garante della Privacy ha introdotto norme più rigide. La normativa attuale impone, ad esempio, che una chiamata automatica venga interrotta entro tre secondi se non si avvia una conversazione. In caso contrario, si configura una pratica illecita o comunque sanzionabile. Quindi oggi si è tutelati non solo dagli squilli ma anche da quelle chiamate a cui si risponde e sono di fatto mute.